Relazioni

Diritti nelle relazioni

Sai quali sono i tuoi (e altrui) diritti nelle relazioni?

Lo sapevi che per vivere delle relazioni sane, positive ed autentiche occorre conoscere i diritti assertivi?
Si tratta di principi universali che disciplinano i rapporti interpersonali sulla base di criteri di giustizia e di uguaglianza tra le persone.
I diritti permettono un’apertura al confronto con l’altro senza cedere a manipolazioni (consapevoli o inconsapevoli). Contribuiscono quindi a creare delle relazioni funzionali, aumentare la propria autostima e a perseguire i propri obiettivi, nel rispetto di sé e dell’altro.

“Comportarsi in modo assertivo vuol dire bilanciare i bisogni degli altri coi propri”
Cit. Edoardo Giusti

Il decalogo per vivere delle relazioni sane
Di seguito trovi i dieci precetti da riconoscere a noi stessi e agli altri.

1 – Hai il diritto di essere l’unico giudice di te stesso.
Gli altri possono influenzare il processo che conduce ad una nostra decisione, ma la scelta definitiva infine spetta a noi.
2 – Hai il diritto di non giustificare il tuo comportamento.
Giustificando ogni singola azione e modificando le nostre azioni sulla base del possibile giudizio altrui metteremo in atto comportamenti che non si allineano ai nostri desideri.
3 – Hai il diritto di decidere se occuparti dei problemi degli altri.
Possiamo essere preoccupati per gli altri e provare compassione per loro, ma non dobbiamo mai dimenticarci delle nostre necessità e del fatto che non abbiamo diretto controllo sulla vita e la felicità altrui.
4 – Hai il diritto di cambiare idea.
Imporsi di non cambiare mai idea e ancorarsi in modo rigido alle proprie abitudini può essere spesso una scelta inefficace in quanto la vita ed il mondo sono mutevoli.
5 – Hai il diritto di sbagliare – assumendoti le responsabilità delle conseguenze
Errare humanum est! Attraverso i nostri errori impariamo molto. Ignoriamo chi cerca di convincerci che un errore è indice della nostra inadeguatezza e che sbagliare implica sempre provare colpa.
6 – Hai il diritto di dire ‘non lo so’
Non siamo “tuttologi”. Abbiamo anche il diritto di non sapere.
7 – Hai il diritto di essere indipendente dalla benevolenza degli altri
Il nostro comportamento deve procedere guidato dalle nostre convinzioni e preferenze, più che dal timore di perdere la stima e l’amore degli altri. Chi ci ama in modo incondizionato non ci abbandonerà.
8 – Hai il diritto di prendere decisioni “di pancia”
Questo diritto esprime la necessità di svincolarsi dai giudizi di chi sostiene che nel compiere una decisione si dovrebbe ascoltare solo la razionalità. L’essere umano è invece un essere emotivo e non logico. La logica può essere d’aiuto in diversi ambiti, ma non è la sempre la strategia migliore.
9 – Hai il diritto di dire ‘non capisco‘
Chiedere chiarimenti è sempre un nostro diritto, specialmente se l’interlocutore si esprime in modo astratto e vago. Mettere in pratica questo diritto implica anche superare credenze irrazionali quali: “chiedere due volte la stessa cosa è da stupidi”.
10 – Hai il diritto di dire ‘non mi interessa’
Non possiamo occuparci di tutto. Ogni tanto è necessario anche dichiarare che qualche cosa non ci interessa.

Il corso per vivere delle relazioni più efficaci

Presso il Centro Polaris, a Bussolengo (Verona), è in partenza un corso per imparare a comunicare efficacemente con gli altri.
Sono previsti 7 incontri, che si terranno di giovedì dalle 18:00 alle 19:45 rispettando i seguenti temi:
8 settembre: sei passivo, aggressivo o assertivo? Scopri il tuo stile comunicativo
22 settembre: Riconosci i diritti assertivi per vivere delle relazioni sane
6 ottobre: CambiaMENTO= cambiaMENTE: i pensieri che ti aiutano a stare bene con gli altri
20 ottobre: Come dire “no” senza sentirti in colpa
3 novembre: Esprimi ciò che pensi con le tecniche assertive
17 novembre: Come formulare delle critiche costruttive
1 dicembre: Come rispondere alle manipolazioni

Ogni incontro prevede una parte teorica in cui apprendere le strategie e una parte in cui far pratica.  Le attività saranno svolte in gruppo, al fine di avere la possibilità di esercitarsi, in un contesto protetto e non giudicante.

Il costo 

Il costo per partecipare ai 7 incontri è di 110 euro. Il numero di partecipanti è limitato.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla

Dott.ssa Valentina Nicolosi 

3479960346 

info@valentinanicolosi.it

Dott.ssa Valentina Nicolosi

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Attaccamento nell’adulto

“Attaccamento” in età adulta e gli effetti sulle relazioni

Una chiave per capire come ci si relaziona con gli altri.

Gli “Stili di Attaccamento infantile” influenzano fortemente i modelli relazionali degli adulti. Nei primi anni di vita, gli stili di Attaccamento sono fluidi e ancora influenzabili dalle esperienze, ma poi man mano che il bambino cresce, interiorizza schemi di comportamento e pensieri che riguardano sé stesso.

L’adulto ripete questi schemi nella propria esistenza, sia che essi siano efficaci sia che essi siano fonte di fallimento e sofferenza relazionale per sé o per l’altro.

Molte volte questi schemi sono tanto potenti che agiscono senza consapevolezza di ciò che sta realmente accadendo nella relazione. Spesso le modalità rigide degli schemi relazionali di un individuo rappresentano un grande ostacolo per il benessere e limitano la persona alla ripetizione delle medesime modalità in ogni relazione futura.

Al contrario, la flessibilità delle strategie di attaccamento al contesto di vita, garantiscono una maggior capacità di adattamento e un’ampia gamma di sperimentazione, portando a relazioni gratificanti ed equilibrate.

L’ Attaccamento “Sicuro” nella vita adulta.

Gli adulti che hanno sperimentato da bambini un “Attaccamento Sicuro” e hanno avuto un rapporto di fiducia con la propria madre, percepiscono le relazioni come fonti di arricchimento personale, l’altro viene considerato come sicuro ed affidabile e il sé viene percepito come degno di amore e di attenzione.

L’ Attaccamento “Insicuro-Ambivalente” nella vita adulta.

Gli adulti che hanno sviluppato un stile di “Attaccamento Insicuro”, invece, sono caratterizzati dalla necessità di continue conferme. Sono stati oggetto di amore discontinuo da parte del proprio genitore, dimostratosi volubile e presente a fasi alterne. In questi adulti, prevale costantemente il timore di essere abbandonati e hanno un’opinione molto negativa di sé e sono alla costante ricerca di rassicurazione attraverso la vicinanza e il contatto fisico. L’ansia di separazione comporta spesso gelosia, diffidenza, incapacità di dare fiducia all’altro e la tendenza a controllarlo.

L’ Attaccamento “Insicuro-Evitante” nella vita adulta.

Questo Attaccamento deriva dall’esperienza infantile di un genitore distante, tendente ad ignorare o addirittura a rifiutare le richieste di attenzioni del bambino. L’interiorizzazione di un simile modello induce l’adulto ad essere freddo e distaccato e a non lasciarsi coinvolgere emotivamente nelle relazioni amorose, sinonimo di rifiuto e delusione.

L’ Attaccamento “Disorganizzato” nella vita adulta.

L’ “Attaccamento Disorganizzato” è tipico di coloro che durante l’infanzia hanno vissuto storie di violenza, abuso e maltrattamento da parte di chi avrebbe, al contrario, dovuto accudire, curare, amare.
Nell’età adulta l’effetto di queste esperienze si manifesta attraverso una distorsione nell’interpretazione degli eventi reali della vita. Dimostrano una incapacità a scegliere partner affidabili, si fanno coinvolgere in relazioni distruttive con persone violente e aggressive.

Come lavorare da Adulto sul proprio stile di Attaccamento infantile.

Il modello di Attaccamento interiorizzato nell’interazione con le figure genitoriali condiziona e determina significativamente il modo in cui si vivono le relazioni.

La Psicoterapia può rappresentare un valido aiuto per rielaborare l’esperienza vissuta e arrivare ad una consapevolezza delle proprie difficoltà generate dallo stile di attaccamento sviluppato in età infantile. La scoperta di sé e la comprensione del proprio passato rappresentano, infatti, la via privilegiata per alleviare la sofferenza.

Dott.ssa Laura Lovato

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Il narcisista ama?

Perché il narcisista non può amare?

Il Narcisista non è in grado di amare se stesso e tanto meno di amare gli altri. Generalmente si pensa che il Narcisista non è in grado di amare gli altri perché è troppo concentrato su se stesso, ma non è questa la spiegazione.
Il Narcisista non è in grado di amare perché è orfano d’amore, l’essere concentrato su se stesso, il suo cercare sempre l’approvazione e l’ammirazione degli altri sono una conseguenza del suo vissuto.

Perché il Narcisista non può amare?

Il Narcisista fin da bambino ha vissuto in un ambiente sterile di sentimenti e per questo motivo non ha imparato a riconoscere sentimenti ed emozioni.

Ciò che ha invece il Narcisista ha vissuto durante l’infanzia sono state la rabbia, la frustrazione e le carenze emotive. Queste ferite accompagnano la persona Narcisista per tutta la vita.

Fin da piccolo, il Narcisista ha imparato a concentrare tutte le sue energie sulla rabbia. Da grande tutta la rabbia interiorizzata lo porta ad essere una persona permalosa che non accetta assolutamente che qualcuno possa pensare in modo diverso dal suo, ed è ipersensibile alle critiche.

La relazione con un Narcisista è una relazione totalmente unilaterale, come fosse un adulto-bambino, rimasto in quello stato emotivo infantile, in cui necessita e prende dall’altro, visto come oggetto e non come persona.

Il Narcisista è un adulto non cresciuto affettivamente, ancora bisognoso dell’accudimento della madre, un adulto che non ha imparato ad avere e rispettare i confini.

Cos’è l’amore per il Narcisista?

Il Narcisista si innamora ma non ama, si infatua dell’idea del partner che ha davanti ma non della persona reale. Si può legare al partner che sceglie, può simulare amore, anche grandissimo coinvolgimento soprattutto nella fase iniziale, ma non riesce a provare amore in senso puro, in senso “sano” della parola.

Quello che lo spinge a cercare amore nell’altro è l’esigenza di avere nutrimento narcisistico, della benzina che lo faccia sentire vivo, quindi essere ammirato ed essere al centro dell’attenzione in qualsiasi modo. Per il Narcisista l’amore è proprio questo.

La ricerca del Partner “Perfetto”

Una grande difficoltà del Narcisista, consiste nella ricerca del “Partner Perfetto”. Un concetto paradossale e irragiungibile.

Quando il Narcisista scopre che qualche dettaglio della realtà non corrisponde all’immagine presente nella sua testa, allora la relazione inizia a traballare.
Per questo si sposta costantemente da un rapporto all’altro, in cerca della persona che corrisponda all’immagine presente nella sua mente. Un’immagine impossibile da realizzare.

Nessun partner sarà mai abbastanza per il Narcisista.
Le volte che un narcisista intraprende un rapporto durevole lo fa con slancio ed entusiasmo altissimo, che va a sfumare in poco tempo diventando distante.

Il Narcisista ha bisogno d’amore anche se non sa amare, elemosina amore. E’ un manipolatore emotivo, non in grado di cercare amore in modo “sano”, perché non sa nemmeno quali sono i suoi bisogni.

Per tutti questi motivi, il Narcisista sperimenta continuamente “frustrazione”.

E’ destinato a sentirsi solo in un mondo di partner ammaliatori, dai quali si sente minacciato.

Dott.ssa Laura Lovato

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Narcisista in amore

Il Narcisista in amore e le fasi della relazione

Conoscere la modalità relazionale che una persona Narcisista mette in atto, può aiutare a prendere consapevolezza del tipo di rapporto che tende ad instaurare, così da poter riflettere su quali aspettative si possono nutrire su questo legame e quanto sia dannoso restarvi intrappolati.

Il Narcisista in amore e le fasi della relazione

Le relazioni con un Narcisista di solito seguono uno schema tipico composto da quattro fasi, che possono essere cicliche, possono sconfinare una nell’altra e nessuna di esse ha una durata precisa.

1) Fase: Bombardamento d’amore (love bombing)

E’ la fase del corteggiamento, dove il Narcisista s’impegna per conquistare il partner, mostrando il meglio di sé e prestando molta attenzione ai bisogni dell’altro.
Durante questa fase il Narcisista brucia le tappe, può arrivare a parlare di convivenza, matrimonio e figli, con lo scopo di cercare di agganciare l’altro, appagando il suo bisogno di sentirsi importante, e rassicurando l’altra persona sulla profondità del legame.

Il questo momento, il Narcisista sta idealizzando l’oggetto delle sue attenzioni, la persona che (a livello puramente ideale) ritiene “ancora” alla sua altezza.

2) Fase: Svalutazione e manipolazione

Quando il Narcisista è sicuro di aver conquistato l’altro, passa alla seconda fase, mostrandosi per quello che è: incoerente, umorale, insensibile, menefreghista, bugiardo e prepotente.
Mano a mano che la frequentazione prosegue, naturalmente, il partner mostrerà i suoi “difetti” al Narcisista. Non si tratta di difetti reali ma semplicemente delle caratteristiche che non vanno bene al Narcisista, che non corrispondono alla figura ideale di partner che quest’ultimo s’è figurato nella sua mente.

Il Narcisista nella relazione, gioca alternando illusione e delusione, perché vuole esercitare potere sull’altro, intervallando momenti in cui si mostra amorevole a momenti di litigi e distacchi.
Il Narcisista coglie ogni pretesto per rendere instabile il legame e colpevolizzare l’altro, travisando e distorcendo volutamente fatti e parole, facendo sentire l’altro una persona sbagliata.

Ogni reazione del partner si rivelerà fallimentare, in quanto il Narcisista non vuole superare i momenti di disaccordo, ma aumentarne l’intensità per poter dominare l’altro.

3) Fase: Abbandono

Il Narcisista pone fine alla storia con una rottura drastica, fatta da un momento all’altro e senza avvisaglie.
Annientare il partner è l’ultima arma a disposizione del Narcisista, l’abbandono spesso è preparato con cura in anticipo, in modo da avere il maggiore impatto possibile, perché trova l’altro disorientato e inerme.

La condizione di debolezza impedisce al partner di ribellarsi e quindi il Narcisista può troncare la relazione senza affrontare la sua responsabilità, le sue colpe e le sue mancanze.

4) Fase: Il ritorno del Narcisista

Passato un lasso di tempo dall’abbandono, quando ormai la persona si sta rassegnando e riprendendo, ecco ricomparire all’improvviso il Narcisista.
Inizialmente si riavvicina con cautela, per sondare il terreno e poi in base alle reazioni dell’altro, per poterlo riprendere, tirerà fuori dal suo repertorio tutte le sue tecniche di seduzione.

Come l’altro lo fa rientrare nella sua vita, la dinamica si ripresenta identica a quella già vissuta: un brevissimo love bombing, seguito dal copione manipolatorio sperimentato in precedenza, fino ad un altro abbandono ed un nuovo ritorno.

Ogni Narcisista ha i suoi tempi e si ripresenta ad intervalli regolari, pertanto il gioco può protrarsi all’infinito o per moltissimo tempo ed è psicologicamente devastante.

Dott.ssa Laura Lovato

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Relazioni “sane”

Sei in una relazione sana?

Ogni rapporto di coppia è unico, con i propri alti e bassi, ma non tutte le relazioni sono sane e soddisfacenti. Spesso ci si ritrova incastrati in rapporti solo apparentemente appaganti, mentre in realtà si rivelano disfunzionali, comportando tensioni e sofferenze.
Se davvero desideriamo costruire una relazione sana è necessario imparare a riconoscere quali sono le caratteristiche che la rendono duratura e in grado di funzionare.

Un rapporto di coppia sano è caratterizzato dai seguenti elementi:

1. Rispetto reciproco. Valorizzare le qualità individuali del proprio partner, rispettando le sue scelte, il modo di essere, le opinioni, gli spazi personali ed essere a nostra volta rispettati.
2. Comunicazione libera. Sentirsi liberi di parlare apertamente di qualunque cosa, di esprimere sé stessi.
3. Indipendenza emotiva. Non ricercare la propria felicità nell’altro, ma essere emotivamente indipendenti.
4. Autonomia. Mantenere la propria identità e individualità. Esistono spazi di autonomia esterni alla relazione.
5. Sostegno reciproco. Sostenere il partner nei suoi obiettivi, condividendo successi e problemi e ricevere sostegno a nostra volta.
6. Fiducia. Il rapporto si basa sulla fiducia, entrambi i partner sono onesti e sinceri.
7. Valori. Rispettare i valori individuali e crearne altri comuni e condivisi dalla coppia.
8. Priorità. Entrambi i partner coltivano la relazione e ne fanno di essa una priorità.
9. Discussioni. Entrambi i partner sono capaci di affrontare le discussioni e gestire i conflitti.
10. Argomenti tabù. Non evitare argomenti difficili per paura della reazione dell’altro.
11. Sesso. Nel rapporto c’è passione ed entrambi i partner sono soddisfatti sessualmente. Si parla liberamente dei propri gusti, desideri e fantasie.
11. Confini prestabiliti. Non invadere lo spazio dell’altro e rispettare la sua privacy.
13. Passato. Accettare il passato dell’altra persona, senza portare il peso di questo nella relazione attuale.

Dott.ssa Piera Tettamanti

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Dipendenza/narcisismo

Il Narcisista e il Dipendente Affettivo

Il narcisista è una persona perennemente impegnata a mantenere viva una splendida immagine di sé. Nel corso della sua infanzia, ha imparato a nascondere le sue fragilità ed insicurezze dietro un “io” grandioso che continuamente gli richiede di essere affascinate e vincente.

Il narcisista cerca ovunque conferme del suo essere superiore, anche a livello affettivo, orientandosi nella scelta di un partner “disponibile” a mettere da parte se stesso per dedicarsi a lui.

Chi meglio può assolvere questo compito? Il Dipendente Affettivo.

Il Dipendente Affettivo prova un bisogno, assoluto e ossessivo, di rassicurazione e di certezze da indurre una sorta di “perdita dell’Io” ed una condizione in cui l’altro rappresenta il solo elemento di ebbrezza e di gratificazione possibile.

Il Narcisista fiuta questo tipo di persone da lontano, si nutre della loro disponibilità e dell’empatia, elementi che costituiscono il suo nutrimento emotivo, caratteristiche della preda che alimentano l’ego del Narcisista perché lo fanno sentire importante.

La Trappola dell’ambivalenza

Le storie tra il Narcisista e il Dipendente affettivo invischiano i suoi protagonisti in un vortice autodistruttivo di cui non sembrano volersi ritrarre, malgrado l’escalation di dolore che infligge.

Le persone intrappolate nella Dipendenza Affettiva vivono soggiogate dall’ambivalenza, il Narcisista talvolta si mostra romantico, affascinante e buono, mentre altre volte diventa freddo e respingente. Da questo l’impossibilità di stabilire se sia del tutto buono o del tutto cattivo diventa paralizzante.

Il Dipendente Affettivo s’innamora del volto buono del partner, dei suoi aspetti sentimentali e della sua transitoria sensibilità, lo idealizza e vi si dedica interamente, mentre minimizza o nega la “faccia cattiva”, la scinde dall’oggetto d’amore perché illogica e incongruente con i propri bisogni affettivi.

Il Narcisista che umilia e manipola è così in salvo, sotto l’ala della sua “vittima”, che imputa a se stessa ogni punizione ed è disposta a perdonare tutto, a transigere su tutto pur di rivedere quello spiraglio di luce angelica sul viso amato.

Due ciechi incapaci di vedersi

Il dramma è che la relazione non esiste e nessuno dei due se ne accorge.
Il Dipendente Affettivo si concentra completamente sui propri “errori” e sul proprio dolore, perdendo così di vista la percezione reale della persona che ha a fianco, soggetto che diventa un oggetto e un’utopia.

Nella mente del Narcisista l’altro non esiste, non c’è come interlocutore, è solo strumento per convalidare la propria immagine e arricchire una narrazione egocentrica che necessita di vittime da sacrificare alla propria personalità despota e sovrana.

Il Narcisista e il suo partner sono due ciechi non in grado di vedersi l’uno con l’altro.

Nella totale mancanza di reciprocità, Dipendente Affettivo e Narcisista, partecipano al gioco dell’infelicità, entrambi non riescono ad accettarsi reciprocamente e hanno l’illusione di un cambiamento radicale dell’altro.

Non esistono persone che amano poco, ma relazioni che non funzionano sulle quali uomini e donne insistono ripetendo strategie disfunzionali.

Dott.ssa Laura Lovato

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Dipendenza affettiva

Cos’è la Dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva in una relazione di per sé non è patologica. E’ assolutamente normale, durante la prima fase dell’innamoramento, che ci sia un certo grado di dipendenza con il partner. Il desiderio di dipendenza dovrebbe diminuire con lo stabilizzarsi del rapporto lasciando nella coppia una piacevole percezione di autonomia.

Chi manifesta i sintomi della dipendenza affettiva, ha un desiderio di fusione che si mantiene inalterato nel tempo.
Si può dipendere dall’amore come si dipende dall’alcol e dalla droga. Uomini e donne possono sviluppare una dipendenza relazionale nello stesso modo disperato e autodistruttivo delle altre dipendenze.

La dipendenza affettiva è una modalità eccessiva di vivere la relazione, in cui la la persona dipendente arriva a rinunciare ai propri spazi e ai propri bisogni vitali pur di non perdere il partner, considerato unica e sola fonte di gratificazione e fondamentale fonte di amore e cura.

Chi ama “troppo”
La Dipendenza Affettiva, molto spesso viene scambiata per “eccessivo amore” e “attaccamento” verso il proprio amato.
La persona dipendente sceglie l’altro prima di se stessa, è molto accudente e responsabile nei confronti del partner, mette al centro della propria vita la relazione e il benessere dell’altro a discapito suo.

Quando si ama troppo?
Quando l’amore da esperienza appagante, di gioia e di pienezza si trasforma in un qualcosa che fa soffrire e che ossessiona. Quando essere innamorati significa soffrire, allora si sta amando troppo.

Quando sistematicamente , il malumore, il cattivo si tende a giustificare l’indifferenza comportamento o i tradimenti del partner, si sta amando troppo. Quando si tende ad attribuirsi la colpa di non essere abbastanza attraenti o abbastanza affettuosi di fronte a comportamenti del partner che ci hanno offeso e ferito, allora stiamo amando troppo.

Cosa c’è dietro questo attaccamento a qualcuno che non è disposto a dare l’amore che con tanta fatica si rincorre?
C’è la paura di restare soli, di non essere sufficientemente amabili, di essere ignorati o abbandonati. Il modo di porsi in relazione di chi “ama troppo” è quello di controllare l’altro. La convinzione è che concentrandosi sui bisogni dell’altro e facendo di tutto per compiacerlo, l’altro non potrà più fare a meno di lei.

Cosa fare per uscire da questa Dipendenza?
Per uscirne occorre innanzitutto riconoscere che c’è un problema e poi in un secondo momento provare a dare voce ai propri bisogni. È un cambiamento forte, che va affrontato a piccoli passi rivolgendosi ad una Psicoterapeuta.

Dott.ssa Laura Lovato

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

La rottura amorosa

Come superare una rottura amorosa? Segui questi semplici consigli.

Scrivere la parola fine ad una relazione amorosa non è mai semplice, è un’esperienza molto dolorosa e necessita di un certo tempo per la sua elaborazione.

Nella fase post rottura oltre al dolore, si attraversa un profondo senso di solitudine e malinconia. Spesso diventiamo improvvisamente abulici e indifferenti alla vita, sembra che il mondo ci sia improvvisamente crollato addosso.

Ci sentiamo smarriti, travolti dai ricordi e sopraffatti dalle emozioni; ripensiamo costantemente all’ex partner, chiedendoci dove abbiamo sbagliato, facendolo diventare il nostro principale argomento di conversazione.

Ecco alcuni semplici suggerimenti per vivere questa esperienza e superare la rottura:

Datti tempo e spazio per vivere le tue emozioni. La miglior cura in questo momento è il tempo. Le emozioni, anche se dolorose vanno vissute. Cercare di rifuggirle distraendosi in ogni modo non fa che rimandare l’inevitabile.
Investi nella relazione con te stesso. Questo è un buon momento per esplorare chi sei, capire veramente quello che vuoi e quello di cui hai bisogno. Prenditi del tempo per stare realmente solo. Cogli l’occasione per concentrati sui tuoi sentimenti e le tue emozioni.
Concentrati sulle cose che ti fanno stare bene. Fai esercizio fisico, cura il tuo aspetto, dedicati a un hobby, riunisciti con gli amici. Cerca nuove attività e nuove motivazioni.
Mantieni le distanze dall’ex partner. Se l’altro ha deciso di allontanarsi e interrompere il rapporto, la cosa migliore da fare è prendere le distanze.
Cerca di rimuovere gli oggetti che ti ricordano la relazione. Evita di andare a vedere le vecchie foto, rileggere messaggi e controllare i social.
Circondati di persone che ti vogliono bene.
Incontra nuove persone ma senza particolari aspettative e con l’unica intenzione di stare bene.
Inizia a riguardare il rapporto in maniera obiettiva. Spesso, dopo una rottura, si tende a ricordare solo i bei momenti passati con il proprio ex, tralasciando completamente gli aspetti negativi della relazione.

La chiave per uscire da questo periodo così difficile però non è distrarsi, in quanto non è il rimedio definitivo, ma solo una soluzione a breve termine.

È molto difficile ritrovare il proprio equilibrio dopo fine di una storia; se senti di avere difficoltà a superare la fine della tua relazione rivolgerti al Centro Polaris di Bussolengo, troverai degli specialisti che ti aiuteranno ad affrontare questo momento doloroso.

Dott.ssa Piera Tettamanti

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Comunicazione efficace

Training assertivo per comunicare in modo rispettoso di sé e dell’altro

Quante volte, pur di evitare un litigio, hai evitato di dire ciò che pensavi oppure hai assecondato il tuo interlocutore?
Quante volte hai avuto difficoltà a dire “no”, ritrovandoti a svolgere delle attività che non ti competevano?
Quante volte gli altri ti hanno mancato di rispetto e non sei riuscito a farlo presente?

Se ti senti poco efficace nelle relazioni e se a volte pensi che il tuo rapporto con gli altri sia poco equo, continua a leggere questo articolo.

Siamo passivi quando mettiamo i bisogni degli altri davanti ai nostri?
Alcuni pensano che non esprimere la propria opinione o adeguarla a quella dell’interlocutore serva a far felici gli altri e a evitare discussioni.
Così iniziano a soffocare i propri pensieri e sentimenti e a rinnegare i propri desideri.
Se a breve termine, evitare conflitti sembra essere la scelta più facile, a lungo termine ci si rende conto che questa strategia non può funzionare.

Perché non serve essere passivi nelle relazioni?
Essere centrato sui bisogni altrui può mettere a repentaglio il tuo benessere e la tua autostima.
Non riuscire a comunicare i propri bisogni, emozioni e pensieri agli altri porta a una diminuzione dell’autostima, insoddisfazione nelle relazioni, probabilità di comparsa di patologie psicosomatiche, senso di solitudine, frustrazione, rabbia e rischio di esplosioni improvvise di aggressività.

“Se continui a fare ciò che hai sempre fatto continuerai ad ottenere ciò che hai sempre ottenuto” (Warren G. Bennis)

Cosa fare per stare bene con sé e con gli altri?
Allenare l’assertività, che è la capacità di:
– esprimere in maniera chiara ed efficace le nostre emozioni, opinioni ed i nostri pensieri, rispettando noi stessi senza però offendere o aggredire il nostro interlocutore;
– manifestare i propri bisogni senza provare particolare imbarazzo, senso di colpa o rabbia;
– stare in relazione con gli altri in modo funzionale ed efficace.

Il corso per allenare l’assertività
Nessuno a scuola ci ha insegnato come essere assertivi quindi non è colpa tua se ti trovi in difficoltà quando si tratta di affermare te stesso.
Semplicemente non hai avuto modo di imparare ed esercitare questa competenza.

Per questo, ho pensato potesse essere utile proporti un corso pratico in cui poter apprendere delle tecniche semplici ma efficaci che possano aiutarti a vivere la vita che meriti!

Si tratta di un corso di comunicazione assertiva, composto da 6 incontri, della durata di 1 ora e 45minuti ciascuno, in cui acquisire le competenze necessario per sentirsi adeguati in ogni situazione, mantenere l’autocontrollo e coltivare relazioni soddisfacenti.

Ogni incontro prevede una parte teorica in cui apprendere le strategie e una parte esperienziale in cui sperimentarle.
Le attività saranno svolte in gruppo, al fine di avere la possibilità di esercitarsi, in un contesto protetto e non giudicante.

I contenuti del corso
Gli incontri si terranno di martedì dalle 18:00 alle 19:45, seguendo tale programma:
19 aprile 2022: sei passivo, aggressivo o assertivo? Scopri il tuo stile comunicativo!
3 maggio 2022: Riconosci i diritti assertivi per vivere delle relazioni sane
17 maggio 2022: CambiaMENTO= cambiaMENTE: i pensieri che ti aiutano a stare bene con gli altri
31 maggio 2022: Come dire “no” senza sentirti in colpa
14 giugno 2022: Esprimi ciò che pensi con le tecniche assertive
28 giugno 2022: Come formulare delle critiche costruttive e come rispondere alle manipolazioni.

Il costo
Il costo per partecipare ai 6 incontri è di 98 euro in totale.
Il numero di partecipanti è limitato, al fine di garantire il rispetto per le normative vigenti relative al Covid-19.

Per informazioni e prenotazioni rivolgiti alla

Dott.ssa Valentina Nicolosi
347 9960346
info@valentinanicolosi.it

Dott.ssa Valentina Nicolosi

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

Doc da relazione

L’ossessione di non amare abbastanza

Si parla di Doc da Relazione o Disturbo Ossessivo Compulsivo da Relazione per definire una particolare forma di dubbio patologico centrato sul rapporto di coppia.

Durante una relazione è naturale avere incertezze, preoccupazioni e paure in alcuni periodi. Tuttavia, chi soffre di questo disturbo si trova a vivere in uno stato costante di dubbio, un pensiero ossessivo, riguardante le possibilità che la relazione non vada bene, che i sentimenti provati non siano abbastanza intensi o sufficientemente costanti o, ancora, che il proprio partner non sia quello giusto, che non sia abbastanza intelligente o abbastanza attraente.

Per cercare di alleviare l’ansia e il malessere connessi, la persona genera dei comportamenti sistematici, chiamati anche compulsioni. Ad esempio, si tende ad analizzare costantemente i propri sentimenti e lo stato di salute della relazione, comparando il proprio rapporto con quello di altre coppie; si ricercano rassicurazioni, oppure vengono evitate le situazioni che possono fare innescare le ossessioni.

Questo disturbo si distingue in due forme: con sintomi centrati sulla relazione oppure centrati sul partner. Nella forma centrata sulla relazione, i dubbi e le preoccupazioni si focalizzano sui sentimenti verso l’altra persona (Sono innamorato/a? È la relazione giusta per me? Lui/lei mi ama davvero?). Nel secondo caso i dubbi ossessivi riguardano l’aspetto fisico, morale o intellettivo del partner (Ma è davvero così bello? Non è poi così intelligente per me”).

Questi pensieri intrusivi hanno come conseguenza quella di abbassare notevolmente la qualità della vita non solo della persona che ne soffre ma anche della coppia.

Attraverso un percorso psicoterapeutico è possibile riconoscere e comprendere il disturbo e le conseguenze che scatena a livello personale e relazionale. Il focus della terapia è riconoscere che ciò che innesca la risposta ossessiva non è la carenza di un reale coinvolgimento emotivo, ma la presenza di alcune specifiche credenze irrazionali sulla relazione o sul partner che vanno adeguatamente trattate.

Dott.ssa Piera Tettamanti

Psicologa Psicoterapeuta

Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris

Contattaci

1 2

Relazioni

Diritti nelle relazioni

Sai quali sono i tuoi (e altrui) diritti nelle relazioni?

Attaccamento nell’adulto

Il narcisista ama?

Narcisista in amore

Relazioni “sane”

Sei in una relazione sana?

Dipendenza e Narcisismo

Dipendenza affettiva

La rottura amorosa

Comunicazione efficace

Doc da relazione