Moltissime persone sentono di avere problemi di autostima…ma cosa intendiamo quando parliamo di autostima?
In psicologia possiamo definire l’autostima come un sentimento profondo e implicito del valore di sé come persona.
Ma che significa “sentimento profondo e implicito”? Significa che non si tratta semplicemente dei pensieri che formuliamo su noi stessi come “penso di essere una persona intelligente” o “penso di essere una persona atletica” perché i pensieri sono temporanei e passeggeri e consapevoli. L’autostima, invece, è qualcosa di più profondo, che sta ad un livello inconsapevole. Potremmo dire che i pensieri su noi stessi sono la punta dell’iceberg della nostra autostima.
Ad esempio: io posso pensare di essere intelligente perché sono un bravo studente, o perché sono bravo sul lavoro, questo finché prendo buoni voti a scuola, o finché ho buoni risultati sul lavoro; tuttavia, appena prendo un’insufficienza, o commetto un errore al lavoro, potrei pensare, al contrario, di non essere affatto intelligente, ma di essere una persona stupida e incapace, e demoralizzarmi molto per questo, fino a provare un disagio emotivo rilevante.
Un altro esempio ancora: potrei pensare di essere bravo a giocare a calcio solo finché sono quello che segna di più nella mia squadra e perdere fiducia non appena durante una partita qualcuno fa evidentemente meglio di me e arrivare a provare una forte vergogna.
Questi due esempi possono comprendere persone che hanno un’apparente buona autostima. “Apparente” perché i pensieri su di sé sono positivi solo fintanto che le cose vanno bene. Al primo insuccesso o confronto con qualcuno di “migliore” l’autostima sembra crollare.
Tutto ciò può accadere quando si basa il proprio valore personale sulla performance e sul successo sociale o ancora, sul giudizio degli altri. Si tratta di una percezione di sé dipendente dall’ambiente esterno e denota un’autostima fragile, in realtà scarsa, che necessita di nutrirsi dall’esterno. In questo caso l’insuccesso in un campo importante della propria vita può portare a un crollo e ad un malessere psicologico intenso.
Può accadere anche di percepire un’autostima stabilmente bassa. Tipicamente in questo caso, si attribuisce moltissimo peso a tutti gli insuccessi e ai fallimenti e al contrario si sminuiscono i successi. Ad esempio: “Non ho superato l’esame perché sono un’incapace” “mi sono laureato solo perché ho scelto una facoltà semplice”. Associati a questi pensieri ci sono chiaramente emozioni negative intense quali vergogna, disgusto, tristezza e demoralizzazione che la persona fatica a sopportare.
L’autostima bassa è infatti una delle cause principali della sofferenza psichica. Una scarsa autostima impatta negativamente su aspetti fondametali della vita come la vita professionale e scolastica e le relazioni di tutti i tipi, da quelle intime, come quelle sentimentali e familiari, a quelle più superficiali di amicizia e conoscenza.
Una buona autostima invece corrisponde ad un senso profondo del proprio valore personale e permette di non cambiare la propria visione di sé a seconda di ciò che accade, ma di mantenere un senso di sé costante di valore pur nell’errore, nella fatica e nell’insuccesso e nella delusione.
Questo non significa non provare rabbia, delusione o dispiacere per i propri fallimenti, ma vedere questi fallimenti come qualcosa di normale che rientra nell’esperienza della vita e che nulla toglie al proprio valore come essere umano. Chi ha una buona autostima sente di essere apprezzato dagli altri per quello che è, difetti compresi. Ciò permette di tollerare bene gli errori e i fallimenti senza starci troppo male.
La psicoterapia è il trattamento d’elezione per il miglioramento dell’autostima a livello non solo superficiale di pensieri su di sé ma anche a livello più profondo.
Dott.ssa Giulia Calesella
Psicologo
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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