Sbagliare per imparare
Cosa c’è di più vero del vecchio detto “Sbagliando si impara”?
Parlare di Errore nell’era della ricerca della perfezione è quasi utopico. Viviamo in una società che ci vorrebbe tutti perfetti, perciò quando inciampiamo in un Errore, la frustrazione prevale.
Maria Montessori, una famosa pedagogista italiana che rinnovò l’insegnamento nel 1890, sosteneva che l’“Errore” deve essere chiamato “Signore”, perché soltanto mediante la sua scoperta il sapere migliora. Negli Errori si imbattono coloro che sono impegnati nel fare scoperte.
Si entra in contatto con l’Errore già da piccolissimi, il bambino di un anno circa comincia a camminare dopo molti tentativi, incertezze e cadute. Corregge il suo Errore crescendo e facendo esperienza.
La scuola è il luogo in cui per primo il bambino ci entra in contatto, ma qui, quest’ultimo viene spesso sottolineato come elemento negativo. Spesso nelle verifiche sui saperi acquisti, il commettere Errori pregiudica il risultato finale, il voto viene assegnato contando gli sbagli commessi. Nella correzione di compiti esso viene sottolineato in rosso.
Sottolineare un Errore e legargli un voto negativo non porta alla correzione perché per arrivare al superamento di tale Errore, ci si deve migliorare.
E come si può farlo se si viene minati dal giudizio che evidenzia solo le lacune? Il bambino, così come l’adulto, può migliorarsi e superare l’Errore solamente attraverso l’esperienza ed esercizi di autocorrezione.
Se fin da piccoli si conosce l’Errore in questi termini, si sarà sempre dipendenti dal giudizio altrui e poco sicuri di se. Se, invece, l’Errore viene presentato come una componente naturale della vita, si avrà di certo più possibilità di poter sbagliare ma anche di essere in grado di correggere da soli quell’Errore.
Basti pensare a una qualsiasi attività nel quotidiano: quanto abbiamo appreso dall’esperienza, dal ripetersi dell’azione, dal fare e rifare.
Ciò che è dunque necessario è possedere i mezzi per ammettere se e quando si sta sbagliando. Questo non significa diventare persone perfette , ma persone coscienti delle proprie possibilità e quindi capaci.
Come si impara? Pensate un po’: “Sbagliando”! L’esperienza è la più grande maestra di vita. La vita è un susseguirsi di esperienze generate da Errori che portano alla crescita proprio attraverso la consapevolezza. La vita insegna attraverso la presa di coscienza degli Errori.
La perfezione non porta a cambiamenti, l’impossibilità di mutare rende impossibile l’avvicinamento all’altro e la possibilità di capirsi.
L’Errore deve essere lodato, non punito, l’Errore deve essere commesso, non soffocato.
Dott.ssa Laura Lovato
Psicologa Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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