Come mai ci sentiamo tristi e come possiamo gestire al meglio la tristezza?
La tristezza viene spesso considerata un’emozione da evitare e di cui ci si vergogna perché fa sentire deboli o fragili.
Molte persone che arrivano in terapia o per un supporto psicologico hanno il desiderio, talvolta esplicito, talvolta inconsapevole, di eliminare la tristezza.
Questo significa che molte persone chiedono allo psicologo delle strategie per non sentirsi più tristi e “stare bene”.
La salute mentale, però, non prevede l’eliminazione dei sentimenti negativi. La tristezza, come tutti i sentimenti, ha una sua funzione fondamentale per la vita psichica e sociale degli esseri umani.
Nello specifico la tristezza ha tre principali funzioni.
- Manifestando la tristezza, anche attraverso il pianto, possiamo segnalare agli altri che siamo in un momento di difficoltà e che abbiamo bisogno di aiuto, supporto, accudimento. La manifestazione della tristezza indica infatti un’attivazione del cosiddetto “sistema di attaccamento”, un sistema di emozioni, pensieri e comportamenti che si attiva quando ci sentiamo fragili fisicamente o mentalmente e che ci spinge perciò a ricercare l’accudimento e il sostegno di qualcuno. In questo senso la tristezza è fondamentale nella costruzione e nel mantenimento delle relazioni intime della nostra vita. Non solo, la capacità di segnalare una difficoltà per ottenere aiuto dagli altri, quando sentiamo di non farcela da soli, è importantissima per la sopravvivenza.
- La tristezza è fondamentale per elaborare gli eventi spiacevoli che ci accadono nella vita. La tristezza infatti ci porta in modo spontaneo a rallentare i ritmi della nostra vita, a disinvestire da molte attività della quotidianità e a riflettere maggiormente sull’evento negativo che ci è accaduto e attribuire ad esso un senso. In questa prospettiva la tristezza se vissuta e non evitata può costituire un momento di cambiamento, un’esperienza che possa portare a una crescita personale, mostrando prospettive fino a quel momento non considerate.
- La tristezza, come tutte le emozioni, è una fonte importante di informazione sulla nostra vita e su noi stessi. La tristezza può costituire un segnale del fatto che qualcosa nella nostra vita non sta funzionando e ci può aiutare a comprendere meglio cosa per noi è piacevole, utile, desiderabile e cosa invece rischia di essere dannoso.
Alla luce dell’importanza della tristezza, la psicoterapia e il supporto psicologico non aiutano a eliminare la tristezza, ma al contrario, aiutano ad accettarla, tollerarla, e soprattutto non giudicarla, come un sentimento di cui vergognarsi, ed invece utilizzarla per cambiare e migliorare la qualità di vita.
Una delle tecniche più utilizzate per accettare e “stare a contatto” con la propria tristezza è la Mindfulness, integrata all’interno della psicoterapia, come proposto presso il Centro Polaris.
Dott.ssa Giulia Calesella
Psicologa
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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