La risposta dello psicoterapeuta G. Kelly
Spesso, durante un percorso di psicoterapia, le persone chiedono se le scelte che hanno fatto e che si presteranno a fare nel corso della loro vita sono veramente quelle giuste oppure meno.
A volte l’aspettativa è che sia il terapeuta ad indicare la strada da seguire, a dare consigli e opinioni, ad interpretare alcuni fatti che vengono riportati nel corso delle sedute.
La psicoterapia dei Costrutti Personali portata avanti dallo psicologo G. Kelly offre la visione dell’alternativismo costruttivo, intendendo come esista sempre la possibilità di vedere la stessa cosa in modi diversi (o per usare il vocabolario di Kelly, di costruirla in maniera differente). Non è questione di capire qual è il modo corretto: in questa prospettiva giusto contrapposto a sbagliato non è una dimensione utile. Piuttosto dovremmo chiederci se una particolare costruzione sia utile ai nostri scopi.
Kelly considera la persona come uno scienziato, una “forma in movimento” continuamente impegnata a dare senso alla propria esistenza, agendo nel proprio mondo di relazioni e di interazioni. Come gli scienziati tutte le persone hanno teorie, progetti e scopi, tutte fanno esperimenti, sottoponendo a verifica loro stesse e gli altri. Non ha quindi senso chiedersi cosa motivi il comportamento, quanto chiedersi il perché una persona sceglie di agire in un determinato modo.
Considerando tali premesse, è chiaro capire come soprattutto durante un percorso psicoterapeutico, non possa essere lo psicologo ad intepretare i fatti riportati in seduta dalle persone, suggerendo loro la scelta “più giusta” da seguire. E’ lo stesso cliente ad intepretare, a dare senso alla propria esperienza: per quanto uno cerchi di insegnare alle persone, il loro apprendimento è filtrato dal loro sistema di intepretazioni.
Il ruolo del terapeuta è soltanto quello di fornire quelle che chiama intepretazioni ma è la persona che deve dar loro senso.
Quello che avviene durante un percorso di psicoterapia è quindi un processo di co-costruzione a partire dalle intepretazioni del cliente, da quelle scelte a cui lo stesso ha dato senso, alla luce di una particolare fase della propria vita.
G. Kelly ci dice che non esiste niente che non possa essere descritto e rappresentato in maniera diversa. Non dovremmo quindi perdere tempo a chiederci qual è l’immagine o la descrizione corretta o quella più giusta; dovremmo invece accettare che costruzioni alternative possono essere utili per scopi differenti.
Bibliografia:
George Kelly e la psicologia dei costrutti personali, Franco Angeli 2009
Dott.Vincenzo Bruno
Psicologo Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
- Il trauma che si tramanda - Gennaio 21, 2024
- Superare il trauma - Gennaio 21, 2024
- Separazione e figli - Marzo 19, 2023