Quali sono le caratteristiche del concetto di sé?
Spesso sentiamo frasi del tipo “andare alla ricerca di sé stessi” oppure “ciò che realmente sono” o ancora “scoprire il vero sé”.
La psicologia, e non solo, negli anni ha cercato di definire a cosa fa riferimento il concetto di sé, non trovando spesso un accordo tra i diversi autori.
I filosofi greci parlavano dell’anima come aspetto centrale tra le caratteristiche non fisiche dell’essere umano, mentre nel Cristianesimo il concetto di sé divenne meno rilevante, in quanto la singolarità della persona era subordinata al volere divino.
Al contrario durante il Rinascimento fino all’epoca dell’Illuminismo venne posto l’accento sull’individualità e sulle certe potenzialità dell’uomo, fino a quando prima Nietzsche e poi Freud iniziano a mettere in discussione l’onnipotenza dell’uomo e la sua limitata capacità di essere invulnerabile e imperturbabile.
La natura illusoria dell’Io fù poi ribadita da Lacan (1978) che considerava il sé come il riflesso dell’immagine della persona che è determinata dagli oggetti del suo desiderio.
Come si può notare diversi sono stati gli autori che, in particolare negli ultimi decenni, hanno messo in luce un aspetto fondamentale del concetto di sé, ossia quello di essere non una verità assoluta o un modo di essere precostitutito e preesistente: si fa sempre più strada l’idea di un sé soggettivo, esperenziale ed esistenziale, in cui è la stessa persona che ne delinea le caratteristiche.
Epstein (1973) definisce la Self Theory come “una teoria che la persona ha involontariamente costruito circa sé stesso in quanto individuo che opera e fa esperienza”. Epting chiarisce che la funzione di questo processo di costruzione è quella di ottimizzare il rapporto costi/benefici per la persona, di mantenerne una buona autostima e di organizzare le informazioni che ne ricava dalle esperienze che fa.
Ne deriva che il concetto che le persone hanno di sé non è esclusivamente il frutto di riflessioni individuali ma ha a che fare con l’ambiente e il contesto entro cui la persona agisce. Gli studiosi dell’Interazionismo Simbolico spiegano quindi che il sé non è un qualcosa che è presente fin dalla nascita ma si sviluppa nell’interazione sociale, attraverso il confronto e la condivisione.
Per i suddetti motivi non ha quindi molto senso parlare di un concetto di sé determinato e costituente la parte essenziale di una persona, quanto piuttosto andare alla ricerca di come la persona ha organizzato la propria idea di sé, a partire da come ha interpretato gli eventi della propria storia.
Affermazioni del tipo “andare alla ricerca del vero sé” o “scoprire chi si è veramente” non hanno dunque molto senso dal momento che ciò che la persona riporta o sente di essere in una particolare fase della propria vita ha sempre a che fare con qualcosa di sé, che non è dunque meno importante o meno “vera” di qualcos’altro che rimane invece nascosto e non conosciuto.
Bibliografia:
Struttura psicologica Individuo-gruppo. P. Querini, S. Cipolletta. Franco Angeli Editore 1998
Epstein (1973) “The self Concept revisited or a theory of a theory”, American Psychologist, 28 pp 404-416
Lacan J. (1978) il seminario. Libro 2. L’Io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi (1954-1955) Einaudi, Torino, 1991.
Dott.Vincenzo Bruno
Psicologo Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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