Cosa dovresti sapere sugli attacchi di panico notturni e su come trattarli
Se ti sei svegliato di soprassalto in preda all’ansia e alla tachicardia, sudando, tremando e faticando a respirare potresti aver sperimentato un attacco di panico notturno. In quei momenti, potresti aver sentito il bisogno di chiamare subito il pronto soccorso perché temevi di morire, avere un infarto o impazzire.
Gli attacchi di panico sono infatti caratterizzati da un’intensa ansia che raggiunge il picco nel giro di pochi minuti e che si accompagna a sintomi come, ad esempio, palpitazioni, “fame d’aria”, costrizione al petto, nausea, sudorazione e vertigini. Quando tali sintomi si verificano di notte parliamo di attacchi di panico notturni.
Le conseguenze degli attacchi di panico notturni
Coloro che hanno sperimentato il primo attacco di panico notturno spesso temono che si ripresenti. Possono quindi cercare di ritardare il momento dell’addormentamento e/o vivere un intenso stato di allerta che ostacola l’addormentamento o il sonno profondo.
Gli attacchi di panico possono infatti associarsi a disturbi del sonno, come ad esempio l’insonnia. La scarsa quantità o qualità del sonno si accompagnano spesso a affaticabilità, irritabilità e possono avere effetti negativi anche sul rendimento lavorativo o sulle relazioni.
Le cause degli attacchi di panico notturni
Spesso chi soffre di attacchi di panico notturni non riesce a capire il motivo per il quale si presentano in modo del tutto inaspettato e non situazionale.
Le ricerche dimostrano che generalmente non esiste un’unica causa scatenante ma che esistono diversi fattori che possono spiegare gli attacchi di panico notturni. Eccone alcuni:
- La “paura della paura”, ossia temere di poter avere altri attacchi di panico;
- Gli eventi di vita stressanti, che aumentano il rilascio di adrenalina e di cortisolo i quali incrementano la tensione;
- Il consumo di droghe o alcol che aumentano l’attivazione fisiologica;
- L’intolleranza all’incertezza, intesa come difficoltà a tollerare situazioni imprevedibili e incerte in quanto “non controllabili”. La condizione del sonno rende infatti più difficile controllare, prevedere e tutelarsi da eventuali pericoli.
- Il rimuginio, inteso come pensare continuamente agli eventi negativi e minacciosi cercando ipotetiche soluzioni per farvi fronte. Questo tentativo di soluzione alimenta l’ansia di poter sperimentare nuovamente gli attacchi di panico notturni amplificando la sensazione di disagio e la credenza che accadrà qualcosa di negativo.
“Non c’è notte che non veda il giorno”
William Shakespeare
Il trattamento degli attacchi di panico notturni
Adottare uno stile di vita sano, che preveda del tempo dedicato al piacere e alla cura personale, facilita la prevenzione degli attacchi di panico.
Prima di diagnosticare gli attacchi di panico notturni è fondamentale escludere condizioni mediche con sintomatologia simile, come ad esempio problemi cardiaci o alla tiroide.
La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento di elezione per il disturbo di panico in quanto interviene sui pensieri e i comportamenti alla base della problematica e fornisce delle tecniche per gestire i sintomi dell’ansia.
Dott.ssa Valentina Nicolosi Psicologa
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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