I disturbi psicosomatici legati all’ansia
Succede ancora, il dolore non se ne è andato. Una sorta di fitta localizzata nella zona cervicale, un dolore a tratti forte e persistente, cui si aggiunge una rigidità che limita i movimenti del collo. Speravamo sarebbe passato prima o poi, attribuendone la causa ad una cattiva postura e all’uso prolungato del computer, ma che invece dopo alcuni mesi è ancora presente, nonostante abbiamo sperimentato di tutto per cercare di controllarlo (farmaci, correzione di abitudini scorrette). E allora non ci resta che rivolgerci al nostro medico curante, che ci farà fare tutti gli accertamenti del caso per capire il problema. Una volta escluse le cause di natura organica, viene ipotizzata un’origine psicosomatica del disturbo.
Ma cosa significa esattamente? Spesso, il nostro corpo ci parla e ci invia dei segnali ben precisi per segnalarci un malessere che, fino a quel momento, abbiamo sottovalutato o non ascoltato.
I disturbi psicosomatici legati all’ansia includono tutti quei problemi fisici la cui causa è di natura psicologica, in cui l’ansia non viene riconosciuta come emozione ed espressa quindi attraverso il corpo. La persona che ne soffre infatti spesso mostra una difficoltà ad accedere al proprio mondo emotivo, a riconoscere le emozioni. Non riuscendo ad esprimerle, il corpo diventa l’unico mezzo per farlo. L’ansia non scompare, ha solo cambiato linguaggio, portando al conseguente sviluppo di disturbi psicosomatici. Ecco spiegato perché alcune persone che soffrono di ansia manifestano una serie di problematiche fisiche come mal di testa, mal di schiena, dolore alla cervicale, cefalea, mal di pancia ecc. Si parla in questi casi di somatizzazioni, ovvero l’espressione corporea di un disagio emotivo.
I sintomi da somatizzazione legati all’ansia posso essere vari e manifestarsi in diverse aree del corpo: nell’apparato gastrointestinale (mal di stomaco, digestione difficile, acidità, nausea o vomito, dolori addominali, intestino irritabile, colite, gastrite, ulcera, reflusso gastroesofageo ecc.), nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, palpitazioni, extrasistole, dolori o fastidi al petto, sbalzi di pressione, svenimenti ecc.), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, respirazione faticosa, sensazione di nodo alla gola ecc.), nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi), nel sistema cutaneo (dermatiti, eczema, irritazioni, prurito, psoriasi, allopecia, problemi della pelle o dei tessuti associati (capelli, peli, unghie), nel sistema muscoloscheletrico (mal di testa, dolori muscolari, stanchezza cronica, cervicale, mal di ossa, mal di schiena, tensione muscolare, tremori) e nell’alimentazione.
E’ indubbiamente necessaria una valutazione medica dei singoli casi per escluderne la potenziale natura organica, ma quando il responso medico è negativo, è necessario affrontare ciò che è all’origine della somatizzazione, ovvero alla manifestazione fisica dell’ansia. Questi sintomi compaiono in differenti combinazioni nei singoli casi, ogni disturbo richiede un trattamento personalizzato, in base alle caratteristiche della persona, al quadro sintomatologico e ai vari fattori implicati.
Come detto sopra, il primo passo è quello di giungere a capire insieme ai medici, mediante esami specifici, che quelli accusati dalla persona sono sintomi da ansia somatizzata, in modo da escluderne qualsiasi origine organica.
La cura del disturbo d’ansia e conseguentemente dei sintomi passa successivamente attraverso un percorso di psicoterapia. Il lavoro iniziale è centrato su interventi mirati a riportare in equilibrio l’attivazione psicofisiologica della persona in risposta ad eventi stressanti, all’aumentare la capacità di riconoscimento ed espressione delle emozioni, accompagnato da un lavoro comportamentale (mirato a modificare comportamenti o abitudini non funzionali) e cognitivo (ristrutturare la minacciosità degli eventi e sottostima della capacità di farvi fronte).
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