Caratteristiche ed aspetti psicologici implicati nel fenomeno del ritiro sociale
Come dice la parola stessa per ritiro sociale si intende una condizione in cui la persona sceglie di ritirarsi socialmente per passare gran parte del suo tempo chiusa in casa, o comunque in un luogo in cui non ha relazioni con il mondo esterno.
E’ chiaro che oggi la comunicazione può avvenire anche tramite altri canali, come ad esempio internet, per cui rispetto a qualche anno fa alcune delle persone che si ritirano socialmente possono intrattenere relazioni virtuali attraverso la rete.
Il fenomeno venne studiato per la prima volta in Giappone negli anni 80, quando fu coniato il termine Hikikomori che significa appunto “stare in disparte, ritirarsi”.
Ad oggi il fenomeno del ritiro sociale in Italia è stimato su circa 100.000 casi, gran parte dei quali ha un’età compresa tra i 14 e i 25 anni.
Gli studi sul fenomeno ci dicono che i più colpiti sono i giovani ma recenti ricerche dimostrano che esso può presentarsi a tutte le età.
Caratteristiche del ritiro sociale:
Con l’autoisolamento la persona sceglie di non investire più nelle relazioni e allo stesso tempo di fare fronte alla propria condizione personale in maniera del tutto autonoma. In genere il ritiro ha un andamento graduale che per i più giovani inizia dall’interruzione della frequenza scolastica e delle relazioni con i pari.
Maggiore è il periodo dell’isolamento e più probabilmente compariranno nuovi sintomi con caratteristiche depressive o paranoiche. Il ritiro è accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione, e può portare ad un graduale disinvestimento nelle proprie risorse e nelle relazioni interpersonali.
La psicoterapeuta Barbara Rossi che ha curato il libro “Dall’autoreclusione al ritorno alla vita” raccoglie numerose testimonianze e riflessioni di vari professionisti e spiega che il fenomeno colpisce tutte le età, non solo gli adolescenti, e che ad esempio non c’è un legame stretto tra dipendenza da internet e ritiro sociale come si pensava fino a qualche anno fa. Semmai c’è un forte legame tra traumi e ritiro. I traumi possono essere di vario tipo, dal bullismo, alla violenza, al lutto, all’essere cresciuti in contesti poco protettivi.
Pensieri e sintomi
Spesso le persone che scelgono di ritirarsi socialmente riportano vissuti legati al senso di inadeguatezza verso sé stessi e nei confronti degli altri, vergogna, il non essere compresi, disagio generalizzato nelle relazioni sociali, fobia sociale.
Possono comparire anche sintomi fisici dovuti alla costrizione quali mal di testa, vomito e malessere generalizzato, dal momento che spesso anche i ritmi sonno-veglia diventano irregolari. Ne consegue che altri processi cognitivi quali attenzione, memoria, concentrazione potrebbero esserne influenzati negativamente.
Adolescenza e ritiro sociale
Gli episodi di ritiro, come è stato detto, coinvolgono le persone di tutte le età ma il periodo dell’adolescenza e della prima fase adulta presentano fattori di rischio maggiori. In primo luogo perché in questa fase si notano nella persona più cambiamenti sia dal punto fisico che psicologico; in secondo luogo perché proprio in questo periodo l’individuo inizia a sperimentarsi socialmente in maniera più autonoma rispetto al gruppo dei pari e agli adulti di riferimento. E’ dunque il periodo della strutturazione di aspetti più identitari che, se non adeguatamente supportati, rischiano di sfociare in episodi di chiusura ed isolamento.
Trattamento
Nei casi di ritiro sociale non è facile che la persona chieda aiuto spontaneamente, soprattutto nella fase iniziale del disturbo. Per tale motivo, le persone di riferimento o che sono più vicine ad essa spesso vengono coinvolte nella presa in carico. E’ il caso degli adolescenti, in cui i genitori o i caregivers vengono coinvolti per tutto il percorso terapeutico.
Atra particolarità del trattamento psicoterapeutico in situazioni di ritiro sociale è quella degli incontri che possono essere domiciliari nei casi più gravi, cioè quando la persona non accetta di uscire per recarsi nello studio dello psicologo. Viene richiesta quindi una certa gradualità e una flessibilità del setting tale da consentire alla persona di ricominciare a fare una prima esperienza relazionale con il terapeuta, in seguito ad una fase prolungata di ritiro dal mondo sociale.
Presso il centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris troverai professionisti formati sulle esperienze di ritiro sociale che aiuteranno a superare il periodo di ritiro sociale sia dei ragazzi più giovani che delle persone adulte.
Dall’autoreclusione al ritorno alla vita, libro a cura di Barbara Rossi e Martino Menghi (2020)
Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione, libro a cura di Carla Ricci (2021)
Ritiro Sociale Psicologia e clinica, libro a cura di Michele Procacci e Antonio Semerari (2019)
Sito: www.hikikomoriitalia.it
Dott. Vincenzo Bruno
Psicologo Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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