L’uso di alcool e sostanze in adolescenti e giovani adulti
Da recenti studi circa il 51,5% dei ragazzi e il 45,6% delle ragazze tra gli 11 e i 24 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica, mentre il 34% dei ragazzi ha fatto uso di cannabis almeno una volta (Relazione annuale al Parlamento 2018 sulle tossicodipendenze in Italia).
Alcuni autori suggeriscono come il passaggio all’età adulta possa portare con sé angoscia e senso di smarrimento a cui i ragazzi fanno fronte con l’uso di sostanze (Chein, Gerard, Lee et al., 1964).
Olievenstein (1982) sostiene come il delicato passaggio adolescenziale si costituisca come decisivo per la sperimentazione di droghe.
Negli ultimi anni è emerso come accanto alle droghe tradizionali siano comparsi farmaci con effetto sedativo, assunti da soli o miscelati con altri alimenti, e le cosiddette droghe NPS (Novel Psychoactive Substances). Si tratta di sostanze che non rientrano nelle comuni classificazioni delle sostanze illegali e che quasi il 14% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni le ha provate almeno una volta nel 2017.
In preadolescenza in genere le droghe sono temute e percepite come minacciose in quanto rappresentate come distacco dalla protezione famigliare e della pericolosità del mondo esterno, che attrae ma al tempo stesso incute timore.
In adolescenza per meglio comprendere l’uso di sostanze è necessario indagare le motivazioni sottostanti al consumo che possono essere diverse in base all’età, al sesso, alle modalità di assunzione.
In genere nella prima parte dell’adolescenza l’utilizzo avviene in gruppo, al fine di aderire alle aspettative e alle pressioni degli amici. In una seconda fase invece le motivazioni più frequenti sono la ricerca del piacere e della disinibizione, ma anche il bisogno di alleviare o evitare di sentire il dolore.
Marcelli, e Braconier nel 1983 dividono diversi tipi di consumo:
Conviviale ricreativo: effetto euforizzante in contesto sociale
Autoterapeutico: effetto ansiolitico, spesso alternando il consumo in gruppo e in solitudine
Tossicomanico: effetto anestetico, di stordimento, di sballo; consumo regolare in solitudine o in gruppo; esclusione da scolarità e da socializzazione se non con ragazzi che vivono situazioni analoghe
E’ importante non applicare ad un adolescente la categoria dignostica di dipendente, in quanto ogni patologia che riguardi l’adolescenza, in particolare se riferita ad un disturbo del comportamento, può essere definita come una complicata gestione della dipendenza (Jeammet, 1993).
D’altro lato non si deve sottovalutare l’uso di droghe da parte dei ragazzi perché è proprio in questo periodo che il cervello e le funzioni cognitive sono particolarmente sensibili e in fase di sviluppo costante. L’uso di sostanze potrebbe quindi alterarne le funzionalità e arrecare danni permanenti.
Diviene quindi importante per le figure di riferimento e per gli stessi ragazzi riuscire cogliere i segnali di disagio in fase adolescenziale che possono portare all’utilizzo di alcool o droghe.
Presso il Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris, professionisti esperti potranno aiutarti a comprendere i motivi sottostanti al consumo di sostanze, al fine di elaborare attivamente riflessioni e strategie che possano portare all’interruzione in maniera adeguata e consapevole.
Bibliografia
Chein, I., Gherard, D.L, Lee R.S et al (1964), The road to H. Narcotics, Delinquency and Social Policy. Basic Books, New York
Jeammet, P. “Adolescenza e Dipendenza” in Psichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza, 60 pp. 3-14
Marcelli, D., Braconnier, A. (1983), Psicopatologia dell’adolescente Milano, 1985
Olievenstein, C.S (1982) La viex du toximane PUF, Parigi
Dott.Vincenzo Bruno
Psicologo Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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