La rana bollita: un libro da leggere se soffri di ansia
“La rana bollita” è un racconto autobiografico in cui l’autrice, Marina Innorta, parla della propria esperienza con ansia e attacchi di panico.
“Immaginate una pentola piena d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.” (N. Chomsky).
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° sarebbe balzata subito fuori dal pentolone. Invece, l’adattamento al graduale innalzamento di temperatura, seppur sgradevole, l’ha resa inconsapevole del pericolo e troppo debole per saltare fuori dalla pentola.
Cosa significa?
Quando un cambiamento si verifica in maniera sufficientemente lenta “sfugge alla coscienza” e non suscita, per la maggior parte di noi, alcuna reazione anche se a lungo termine può diventare terribilmente doloroso.
La metafora della rana bollita applicata all’ansia e al panico
L’autrice racconta che anche l’ansia rispetta il principio della rana bollita.
L’insorgenza di un disturbo d’ansia è spesso subdola. È un disagio che si instilla a piccole dosi. I primi campanelli d’allarme vengono spesso ignorati o “giustificati”. Così si iniziano a mettere in atto dei comportamenti per “adattarsi” all’ansia, come ad esempio evitare le situazioni ansiogene.
Sottrarsi a ciò che ci spaventa sembra, inizialmente, “la cosa più giusta di fare” in quanto sul momento ci fa provare sollievo. Ci si dice che “in fondo non è poi così grave, va bene anche così”.
In realtà, così facendo, si stanno creando tutte le condizioni che ci predispongono alla “bollitura”. Infatti l’evitamento genera, a lungo termine, un circolo vizioso che ci fa sentire sempre più deboli e incapaci di affrontare le situazioni temute, perpetuando e accentuando ansia e panico.
L’ansia genera sofferenza ma è il progressivo adattamento agli evitamenti a farla diventare patologica.
Come ha fatto l’autrice, prova a chiederti “Ma devo proprio sopportare che sia così?”
È solo quando trova il coraggio di prendere in mano la propria vita ed affrontare l’ansia, iniziando a comprenderne il funzionamento, che l’autrice inizia il processo di cambiamento, raccontato nel libro.
Prendere coscienza dell’ansia, iniziare a riconoscerla e prendere atto delle limitazioni dettate dal disturbo è uno step doloroso ma necessario per cambiare.
Come evitare di fare la fine della rana bollita? Se ti sei reso conto che vuoi saltare fuori dalla pentola dell’ansia e del panico, sappi che sei ancora in tempo.
Presso il Centro Polaris di Bussolengo (Verona) trovi psicologi e psicoterapeuti esperti nel trattamento dei disturbi d’ansia tramite percorsi brevi e basati sulle più recenti evidenze scientifiche.
Dott.ssa Valentina Nicolosi
Psicologa
Centro di Psicologia e Psicoterapia Polaris
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